IL VANGELO SEGRETO DI MARCO

venerdì 21 maggio 2010

Ancora incertezze sul Vangelo segreto di Marco


Ancora incertezze sul Vangelo segreto di Marco
19 aprile, 2010 di Ludwik

Meriterebbe di più di una semplice segnalazione, anche se per ora dovremo accontentarci, il dettagliato report che Venetia Anastasopoulou, grafologa della National Association of Document Examiners (USA), ha reso disponibile in questi giorni presso il sito della Biblical Archaelogical Review, sul famigerato caso del “Vangelo segreto di Marco”.

Riepiloghiamo brevemente la faccenda, per chi non ne sapesse nulla.



La grande laura di San Saba, in Cisgiordania.

La scena del “delitto” si trova nello splendido Monastero di Mar Saba, a pochi chilometri da Gerusalemme. Siamo nel 1958. Morton Smith, già affermato docente di Storia delle religioni presso la Columbia University (New York), rinviene all’interno di un’edizione seicentesca delle lettere di Ignazio di Antiochia alcuni fogli manoscritti, che subito identifica come porzioni di una lettera di Clemente Alessandrino, il grande padre della Chiesa vissuto fra il 150 e il 212 circa. La scoperta presenta le caratteristiche di una vera “bomba” accademica: anche perché di Clemente, fino ad allora, non erano note altre lettere. Ma le sorprese non finiscono qui.

L’epistola, infatti, risulta indirizzata a un certo Teodoro: l’Alessandrino scrive per metterlo in guardia dalle dottrine dei Carpocraziani, un gruppo gnostico di tendenze libertine attivo fra II e III secolo. Costoro, spiega Clemente, avrebbero adulterato alcuni passi di un “Vangelo segreto di Marco”, una versione ampliata del Vangelo che sarebbe poi diventato canonico, la cui lettura sarebbe stata consentita presso la chiesa di Alessandria, sempre secondo Clemente, soltanto agli «iniziati ai grandi misteri» (vale a dire, più prosaicamente, a quanti non fossero stati semplici catecumeni). I Carpocraziani, a questo fantomatico Vangelo (di cui le fonti antiche tacciono), avrebbero aggiunto affermazioni del tutto spurie, secondo le quali Gesù insegnava i «misteri del regno di Dio» durante cerimonie notturne a sfondo iniziatico e sessuale, «nudo con nudo».


Il ms. della discordia (clicca per ingrandire).

Come si comprende da questi rapidi cenni, la scoperta di Smith suscitò un enorme scalpore. Nel 1973, lo studioso procedette a un’edizione del testo, accompagnandola con un ampio commento (più di 400 pagine): Clement of Alexandria and a Secret Gospel of Mark, Harvard University Press, Cambridge (MA), e facendola seguire a un volume di taglio divulgativo, per presentare la scoperta al grande pubblico (di quest’ultimo volume esiste anche una traduzione italiana: Il vangelo segreto. La scoperta e l’interpretazione del Vangelo segreto secondo Marco, edito da Mursia, Milano 1977).

Le reazioni, ovviamente, non si fecero attendere. Una volta accertata l’autenticità clementina dello scritto, come si sarebbero valutate le citazioni del presunto Vangelo segreto? E in che rapporto sarebbe risultato, quest’ultimo, col testo canonico che noi conosciamo sotto il nome di Marco?

La critica si divise ben presto fra posizioni scettiche (l’intero documento clementino come un falso), posizioni moderate (il Vangelo segreto come opera secondaria rispetto a Marco) e posizioni radicali (il Vangelo segreto come testo precedente all’attuale Vangelo di Marco, escluse o incluse le varianti aggiunte dai Carpocraziani).

L’ipotesi del Vangelo segreto cominciò quindi ad essere utilizzata, pur con grande cautela, per spiegare alcune incongruenze presenti nel testo di Marco (passaggi bruschi o di difficile interpretazione, come il celebre episodio del «giovane che fuggì seminudo» durante la notte di Gesù al Getsemani, in Mc 14,51-52). E qualcuno riuscì a ricamarci sopra, tentando improbabili ricostruzioni storiche di Gesù come attivista gay ante litteram (un tratto fino ad allora assente dal vasto campionario dei “Gesù storici”).

Questo fino al 2005, quando compare un libro il cui titolo è tutto un programma: The Gospel Hoax. Morton Smith’s Invention of Secret Mark. L’autore è un giovane studioso di Nuovo Testamento, Stephen Carlson, allievo di Bart Erhman. Con dovizia di elementi, e con una precisione tale che il filologo sembra cedere il passo al criminologo, Carlson è convinto di poter dimostrare che l’epistola clementina e i brani del Vangelo in essa contenuti siano inoppugnabilmente l’opera di un falsario (forse dello stesso Morton Smith). Falsi confezionati benissimo (al punto da illuminare la scomparsa inspiegabile degli originali: Carlson ha potuto lavorare solo su fotografie), ma che la moderna ricerca – appoggiandosi ad accurate analisi grafologiche, lessicali, stilistiche, e persino all’esame ottico delle muffe depositate sui fogli – potrebbe smascherare per la gioia e il dolore degli eruditi.

Tra i pochissimi studiosi italiani che prendono posizione sulla vicenda, si segnala Mauro Pesce. Nel libro-intervista scritto da Corrado Augias in collaborazione con lo storico, Inchiesta su Gesù, Pesce cita il libro di Carlson, ma subito dichiara di fidarsi di una testimonianza offerta da Guy G. Stroumsa, docente di Religioni comparate presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Stroumsa sostiene di aver visto personalmente il codice dal quale Morton Smith avrebbe tratto i suoi fogli, nel monastero di Mar Saba, dopo un viaggio in macchina con David Flusser, Shlomoh Pines e l’archimandrita Melitone, del patriarcato greco di Gerusalemme: «Il libro era ovviamente rimasto dove Smith lo aveva trovato e dove lo aveva ricollocato». Questo sarebbe accaduto nel 1976, ma la testimonianza di Stroumsa si trova in un articolo uscito nientemeno che nel 2003.

I dubbi sollevati da Carlson, nel frattempo, non si spengono. A favore della tesi del falso d’autore intervengono anche altri. Ad esempio Peter Jeffery, un musicologo dell’università di Princeton, che fa uscire nel 2006 un volume di grande impatto, The Secret Gospel of Mark Unveiled: Imagined Rituals of Sex, Death, and Madness in a Biblical Forgery, dove la ricostruzione storica della (presunta?) scoperta si affianca all’analisi di alcuni aspetti poco noti della biografia (intellettuale e non) di Morton Smith. Il libro viene pesantemente criticato da un sostenitore dell’autenticità del Vangelo segreto, Scott Brown, con un’esorbitante recensione (ben 47 pagine) apparsa nel sito della prestigiosa Review of Biblical Literature. Il dibattito, tuttavia, non accenna a spengersi (se ne possono seguire le varie fasi attraverso questo sito, oppure scorrendo le pagine del blog di Stephen Carlson; utili anche gli interventi di Loren Rosson, qui, qui e qui).

Nonostante alcune autorevoli voci contrarie (come quelle di Helmut Koester e di Charles Hedrick), il consenso intorno all’ipotesi del falso continua a crescere: la sostengono personalità del mondo accademico diversissime per sensibilità, come Bart Ehrman, Craig Evans, Birger Pearson e Adela Yarbro Collins. E adesso, a smuovere ulteriormente le acque (già fin troppo agitate), interviene il contributo di Venetia Anastasopoulou che citavamo all’inizio. Ma la cosa non finisce qui: perché la Biblical Archaelogy Review, a quanto pare, ha commissionato l’esame del testo di Smith anche ad altri esperti di grafologia. E stando a certe indiscrezioni, non tutti sarebbero d’accordo col verdetto “innocentista” della Anastasopoulou. Staremo a vedere.

Nota. Segnalo in coda un interessantissimo articolo di Anthony Grafton, apparso su “The Nation” il 7 gennaio dell’anno scorso, che ricostruisce la vicenda accademica di Morton Smith con un occhio di riguardo al rapporto epistolare che questi ebbe con Gershom Scholem, tra il 1945 e il 1982. Il carteggio fra i due è stato pubblicato a cura di Guy Stroumsa, presso Brill (Leiden 2008).

Aggiornamento. Ringrazio Peter Jeffery, che ha segnalato fra i commenti la sua risposta alla perizia di Venetia Anastasopolou: il testo si può leggere in formato pdf, cliccando qui; nel sito di Loren Rosson trovate un breve riassunto con alcune osservazioni.



http://letterepaoline.wordpress.com/2010/04/19/il-vangelo-segreto-di-marco/

venerdì 18 gennaio 2008

NEI SITI GAY VIENE ASSERITO CHE GESU' ERA GAY-E VIENE CITATO IL V.SEGRETO DI MARCO

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IL VANGELO SEGRETO DI MARCO UNA SCUSA PER GLI OMOSESSUALI

Chiesa e omosessualità

Intervento di don Giacomo Perego nell'ambito dell'incontro "Omosessualità: un nuovo approccio" svoltosi il 5/5/05 presso la parrocchia di S. Rita - Viareggio


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Inizio con un brano del Nuovo Testamento perché la Parola di Dio è luce ai nostri passi e guiderà la nostra serata. Traggo dalla 2° lettera ai Corinzi:

E Dio che disse: rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo tribolati da ogni parte ma non schiacciati, siamo sconvolti ma non disperati, perseguitati ma non abbandonati, colpiti ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

Ho voluto iniziare con questo brano perché questo brano può essere letto da diversi punti di vista. Chiunque sperimenta una ferita di qualsiasi tipo, compresa la ferita sessuale dell'omosessualità, nel momento in cui la sa consegnare nelle mani di Dio, tutto questo può veramente trasformarsi in una potenza enorme di grazia. Fatta questa premessa, il mio compito è presentare un attimo la riflessione della Chiesa sul tema dell'omosessualità. Svilupperò il mio intervento in quattro punti. Prima di tutto citerò i documenti che trattano dell' omosessualità, la definizione che ne dà la Chiesa, gli elementi di vigilanza cui ci invita la Chiesa nel contesto odierno, e infine le concrete indicazioni pastorali.

1) I documenti della chiesa

I diversi documenti della Chiesa vengono da vari organismi ecclesiali, prima di tutto la Congregazione per la Dottrina della Fede che ha fatto 5 interventi, il Pontificio Consiglio per la Famiglia che ne ha fatti 4, la Congregazione per l'Educazione Cattolica che ne ha fatto1 e ben 3 interventi del Santo Padre all'Angelus. E poi chiaramente il Catechismo. Ora solo da queste menzioni voi notate che il tema dell'omosessualità è un tema che tocca tre punti nodali della nostra vita di ogni giorno. Prima di tutto quello della fede, poi quello della famiglia e il terzo è quello dell'educazione cattolica.Quindi questi tre ambiti sono gli ambiti più esposti. Non è solo un dibattito razionale quello che facciamo, c'è di mezzo una battaglia spirituale ed è bene tenerlo presente.

2)Qual'è la definizione che la Chiesa cattolica dà dell'omosessualità?

Il primo punto che la Chiesa tende a sottolineare è che la Chiesa si rifiuta di considerare la persona a partire solo dal suo orientamento sessuale. Per la chiesa non c'è l'eterosessuale o l'omosessuale, ma c'è una persona che è figlia di Dio, che è depositaria di un dono di grazia, che ha i suoi talenti e ha le sue ferite, che vanno riconosciute, confessate e affidate a Dio. La Chiesa invita i fedeli a distinguere tra l'orientamento, l'inclinazione, la tendenza omosessuale e gli atti. Se gli atti o il comportamento omosessuale sono oggetto di colpa morale, l'orientamento è segno di un disordine, è una spia che si accende per dire che la persona porta dentro di sè una ferita. Ecco perché nei documenti della Chiesa si dice che lo stesso orientamento, la stessa tendenza è qualcosa di oggettivamente disordinato, nel senso che è una spia oggettiva di un disordine che uno porta dentro. La Chiesa invita sempre a distinguere il grado di colpevolezza, questo non è un campo in cui si può generalizzare e trovare l'etichetta per tutti , ogni persona è un caso a sé, ogni persona porta una storia che può rendere più grave la colpa personale. Ad esempio, una persona che continuamente va a cercare siti pornografici in internet o va a chattare con partner che portano alla deriva......è chiaro che la persona si trova con un orientamento che cresce sempre di più e ha una colpa personale molto grande. Dall'altra parte ci possono essere invece situazioni in cui la colpevolezza è ridotta, pensate al caso di una persona che subisce un abuso o una persona che subisce una violenza o una persona che ha una situazione familiare completamente disgregata, ci possono essere tanti motivi che riducono l'elemento di colpevolezza anche se la Chiesa tende sempre a sottolineare che la persona è sempre libera di scegliere. Una delle ideologie diffuse oggi è quella che sostiene che la persona omosessuale è nata così, è senza colpa, per cui il suo comportamento è in un certo senso condizionato, non è libera.

La Chiesa dice no, la persona è libera anche se ci possono essere delle condizioni che riducono o aumentano il grado di colpevolezza. Sempre a livello di definizione, la Chiesa invita ad avere un atteggiamento di grande accoglienza, che non è dare una pacca sulla spalla a qualcuno, ma è aiutare la persona a far emergere quello che ha nel cuore proponendo un percorso propositivo. Il nostro punto di riferimento come cristiani è la piena fioritura della personalità che ci rivela Cristo, per cui anche la persona che porta con sè questa tendenza omosessuale è chiamata a giungere a questa fioritura, anche se il percorso può presentarsi particolarmente difficile, complesso e anche doloroso.

3) La vigilanza

La Chiesa ci invita ad essere molto vigilanti perché su questo argomento ci sono degli elementi di corrosione sia all'interno della Chiesa che all'esterno. Cosa intende la Chiesa quando ci chiama a vigilare riguardo la corrosione interna? Cito direttamente dal documento sulla Cura Pastorale delle Persone Omosessuali; al numero 9 si dice: "Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e di diversa ampiezza che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche, difatti i suoi seguaci sono perlopiù persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del cristianesimo persone omosessuali che non hanno nessuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale." ....e alcuni di questi gruppi usano qualificare come cattoliche le loro organizzazioni, sovente ci sono anche dei sacerdoti a guidarli.

Qual'è la modalità con cui viene in genere presentato il tema dell'omosessualità da questi gruppi ?

1) Citazioni imprecise del Magistero, soprattutto del Catechismo della Chiesa Cattolica. Probabilmente voi sapete che il catechismo della Chiesa Cattolica è uscito in due edizioni: una sperimentale nel 1992, in lingua francese se non sbaglio, e dopo 5 anni è uscita l'edizione tipica latina che porta delle correzioni rispetto a quella originale proprio perché la Chiesa non ha voluto dare un catechismo dall'alto, ma ha lasciato questi 5 anni di riflessione in modo che tutte le comunità cristiane potessero intervenire. E uno dei punti su cui la Chiesa è intervenuta è il n° 2358 che tratta dell'omosessualità. Il numero precedente, che è quello citato dai gruppi cattolici, diceva così: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate, costoro non scelgono la loro condizione omosessuale, essa costituisce per la maggior parte di loro una prova."

In 5 anni di riflessione il numero è stato emendato in questo modo: "Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate..." (..quindi c'è il passaggio da innate a profondamente radicate per dire che non c'è niente di innato e gli studi che ci sono in questo senso non hanno portato nessun frutto, non c'è niente di innato, nessuno viene etichettato da Dio in questo modo.)..."...questa inclinazione oggettivamente disordinata costituisce per la maggior parte di loro una prova."

Quindi è stato anche tolto "costoro non scelgono la loro condizione omosessuale", nel senso che c'è la libertà, perché la libertà è parte della dignità della persona e Dio non la toglie a nessuno, come non l'ha tolta al primo uomo e alla prima donna.

2) Interpretazioni bibliche balzane. Potrei fare tutta una serie di riferimenti a brani che trattano dell'omosessualità nella Bibbia, ma mi voglio concentrare su due luoghi comuni che stanno circolando proprio in questi mesi.

Uno riguarda la questione del famoso Vangelo segreto di Marco che presenterebbe Gesù in atteggiamenti omosessuali. Questo lo trovate in diversa divulgazione nell'ambito gay che si basa sullo studio fatto nel 1958 da un certo Morton Smith che nel monastero di Mar Saba, nel deserto di Giuda, ha trovato un manoscritto risalente a Clemente Alessandrino secondo il quale il Vangelo di Marco si sarebbe ispirato a un Vangelo precedente, il cosiddetto Vangelo segreto, che poi Marco avrebbe epurato perché conteneva delle cose scomode. E allora qual'è questo passaggio trovato in questo manoscritto? E' un passaggio che viene inserito nel momento in cui Gesù incontra il giovane ricco, e in questo vangelo segreto si aggiungono questi versetti: "Essi giunsero a Betania dove abitava una certa donna il cui fratello era morto. Ed ella venne, si prostrò davanti a Gesù e gli disse: Figlio di Davide abbi pietà di me, ma i discepoli la rimproveravano. Gesù incollerito andò con lei nel giardino dove era la tomba e subito dalla tomba si udì giungere un grande grido e avvicinandosi Gesù rimosse la pietra che chiudeva la porta del sepolcro e subito andando dove si trovava il giovane, tese la mano lo fece levare prendendolo per la mano ma il giovane vedendolo lo amò e gli chiese di poter rimanere con lui. Usciti dalla tomba entrarono nella casa del giovane poiché egli era ricco e dopo 6 giorni Gesù gli disse ciò che doveva fare. E la sera il giovane venne a lui vestito solo di un drappo di lino sopra il corpo nudo e quella notte rimase con lui perché Gesù gli insegnò il mistero del Regno di Dio. E lasciato quel luogo ritornò sull'altra sponda del Giordano."

A partire da questa aggiunta e a partire da tutta una serie di elucubrazioni mentali, si arriva a dire che Gesù ha un comportamento omosessuale. Ora non si tiene conto che il testo ha origine gnostica e gli gnostici praticavano riti di iniziazione molto simili a quelli del battesimo, il lenzuolo sul corpo nudo non indica un rapporto sessuale , ma indica un atteggiamento di spogliazione legato al cammino iniziatico che uno deve fare.

Questo manoscritto del vangelo segreto di Marco è stato fotografato, ma nessuno lo ha avuto fra le mani, per cui gli studiosi, visto che non viene dato loro l'accesso al monastero di Mar Saba sono ben propensi a considerarlo un falso. Qualora anche fosse vero, bisogna tener conto che Clemente Alessandrino sbaglia sovente a citare le fonti, cioé cerca di anticipare a prima dei vangeli quello che effettivamente viene scritto dopo.

Non ci sono prove del testo esplicite che parlino esplicitamente dell'omosessualità.

Quindi vedete come la bolla di sapone che ha dato origine anche a pubblicazioni (soprattutto nel sud ha creato un grosso dibattito) si spegne in fretta, basta essere un pochino esperti del campo.

La seconda questione è quella legata al servo del centurione. Voi sapete che nel Vangelo di Matteo e di Luca si fa riferimento a questo episodio, vale a dire un capo dei soldati romano manda da Gesù un servo facendo dire "vieni a guarire il mio servo che è malato" e Luca precisa che quel centurione lo aveva molto caro, gli voleva molto bene. Gesù non si reca in casa perché il centurione non si ritiene degno di riceverlo in casa, però il miracolo si svolge. Allora cosa dicono gli attivisti gay? Dicono che questo servo di fatto era l'amante efebico del centurione perché succedeva che quando i soldati romani nelle zone di provincia non potevano portarsi dietro la moglie, allora si portavano dietro i servi, in modo da far svolgere loro anche mansioni di carattere sessuale. Ora questo servo sarebbe stato l'amante efebico, ammalatosi Gesù lo guarisce dimostrando così di avere un atteggiamento molto comprensivo nei confronti di chi praticava l'omosessualità.

Va subito detto che questo centurione è profondamente amato dalla comunità giudaica locale, quindi non poteva avere un comportamento del genere, considerato aberrante per i giudei del tempo.

Il vangelo di Giovanni chiama questo servo figlio del centurione, quindi più che trattarsi di un amante efebico era probabilmente un servo così fedele al suo padrone che non solo è stato riscattato dopo 6 o 7 anni di servizio, ma è stato adottato anche come figlio, pratica molto diffusa a quei tempi.

Gli atti omosessuali che a volte si verificavano tra i centurioni e i loro servi, non potevano avere per la mentalità romana dei coinvolgimenti di natura affettiva perché i coinvolgimenti di natura affettiva sarebbero andati contro la virilità a cui i romani tenevano tanto, quindi erano atti di sodomia che effettivamente venivano praticati, ma non avevano niente a che fare con l'omosessualità. Questi e altri motivi ci spingono a dire che questa interpretazione è veramente un'interpretazione balzana.

3) Il terzo motivo di vigilanza, sempre legata a un motivo di riflessione interna alla Chiesa, e questo inviterei proprio a tenerlo ben presente, riguarda gli interventi educativi nelle scuole. Guardate che questi gruppi di omosessuali credenti, soprattutto l'associazione dell'Agedo, Associazione Genitori di Omosessuali, porta del materiale nelle scuole medie superiori, libri, dvd, video da presentare gratuitamente agli studenti allo scopo di educare alle diversità, di evitare che crescano degli atteggiamenti discriminatori nei ragazzi. E siccome da parte nostra sovente manca la preparazione, questo materiale entra, arriva perché gode a volte dei patrocini dei Ministeri della Pubblica Istruzione. I loro volantini a volte riportano "con il sostegno del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi" e entrano nelle scuole. A Milano, dove io abito, le Suore Orsoline hanno mostrato questo materiale a classi unificate. E sono Suore Orsoline. Quindi quando ci sono queste proposte, e queste proposte ormai vengono fatte nelle scuole superiori, per favore, come genitori, e i documenti della Chiesa richiamano a questo, verificate sempre il materiale che viene dato.

4) Un quarto elemento è quello legato ai sedicenti gruppo cattolici che tentano di presentare la loro posizione come la posizione della Chiesa di base che si oppone alla Chiesa di vertice. Quindi loro sarebbero i rappresentanti del popolo di Dio, della base, mentre la Chiesa di vertice cammina per suo conto, quindi tendono già a fare un'operazione di divisione.

Accanto a questi elementi di vigilanza interna ci sono poi elementi di vigilanza esterna legati alla cultura che ci circonda. E la Chiesa invita soprattutto a vigilare sulla ideologia di genere. Oggi si tende a non parlare più di identità sessuale, ma di identità di genere. Cosa vuol dire identità di genere? Significa che il nostro essere uomo/donna, maschio/femmina non deriverebbe dalla natura, ma dalla cultura, per cui ci sono sì dei dati naturali (chi può negarlo?) però l'identità di genere della persona è la cultura che te la inculca. La Chiesa si oppone a questo. Noi siamo un tutt'uno, corpo, spirito, ragione e questo tutt'uno è chiamato a un cammino armonico, non è che la cultura gli inculca qualcosa che va contro l'elemento naturale, anche se può incidere.

Secondo elemento di vigilanza che viene dall'esterno è vedere la famiglia come una costruzione cattolica, per cui la famiglia non sarebbe un equilibrio naturale che si viene a creare, ma qualcosa di costruito. Questi movimenti puntano soprattutto sul tema della discriminazione e dell'omofobia, cioé puntano sul tema che gli omosessuali sono discriminati, cercano di sollevare una certa compassione, il cui obbiettivo non è quello di favorire l'accoglienza ma di far passare certi loro messaggi ( l'accoglienza non va negata a nessuno). Ma laddove la verità non è rispettata bisogna avere il coraggio di intervenire.

La Chiesa invita anche a vigilare sul bombardamento mass-mediatico. Teniamo presente che ci troviamo in un contesto in cui siamo esposti a messaggi televisivi, manifestazioni pubbliche..... in cui si cerca di far passare una visione buona del gay attivo. E poi teorie varie come quella legata alla genetica o al comportamento animale, come se nel comportamento animale e in quello umano possano esserci delle somiglianze, oppure i riferimenti storici all'antichità classica.

4) Proposte concrete

Passiamo ora a parlare delle proposte concrete, perché la Chiesa non invita solo alla vigilanza ma fa anche delle proposte concrete.

1) Favorire l'informazione affinché l'informazione non sia monopolio di qualcuno e nel favorire l'informazione i documenti della Chiesa invitano al dialogo tra le varie discipline, quindi fra le discipline legate all'ambito teologico, da cui noi riceviamo un'immagine dell'uomo, e le discipline legate all'ambito umano come la psicologia, la genetica, la sociologia, la pedagogia, sono tutti aspetti che si intrecciano e possono aiutare a comprendere il problema.

2) Accompagnare le persone che hanno un problema di identità sessuale. Accompagnare significa prima di tutto accogliere, ascoltare, e aiutare ad andare a fondo di questo problema, soprattutto i più giovani. E' interessante nel documento Orientamenti educativi sull'amore umano l'attenzione che viene posta nei genitori. Si dice ai genitori: quando vedete che nel bambino, anche piccolo, ci sono atteggiamenti di natura effemminata o qualcosa che fa pensare a un disordine di carattere sessuale cercate subito di approfondire il problema con qualcuno che sia esperto in materia, in modo da intervenire subito, prima c'è l'intervento meno la persona si struttura in un'identità sbagliata.

3) Formare gli educatori. Oggi nell'ambito della nostra Chiesa manchiamo di formazione di educatori, di catechisti, di insegnanti, di genitori, e io aggiungerei anche di preti, perché i preti non sono preparati ad affrontare questo argomento. E quindi ci ritroviamo con persone che portano dentro di sé l'orientamento omosessuale, lo vivono come indesiderato, e quando si accostano al sacerdote nel confessionale si trovano davanti a due atteggiamenti: il primo è quello di chi li stigmatizza, li dà già per dannati; immaginate queste persone, sono già ferite nel loro interno ed escono ancora più lacerate da un incontro che dovrebbe essere risanante, illuminante. Oppure, il secondo atteggiamento, è quello della pacca sulla spalla, accettati così come sei, precludendo alla persona un cammino che dovrebbe portarla alla fioritura della personalità.

La Chiesa poi cita anche due parole che vengono sovente fraintese, è giusto che vengano citate e spiegate. La Chiesa invita queste persone a portare la croce e a vivere la castità. Queste due paroline vanno bene intese perché la croce, da un punto di vista cristiano, non è qualcosa che noi ci portiamo sulle spalle e ci lasciamo schiacciare sotto, la croce ha un altro lato della medaglia che è la risurrezione. La croce è un invito alla spogliazione di sè, a rinunciare a quella pulsionalità immediata che caratterizza sovente chi ha questo problema e a fare un cammino che costa sacrificio perché in seguito a questo cammino è possibile una fioritura, un equilibrio della persona. E' chiaro però che bisogna passare dalla sofferenza, si tratta di passaggi dolorosi, e anche la castità non è castrazione della persona, altrimenti tutti i religiosi, tutti i preti, tutte le suore sarebbero dei castrati. La castità è una capacità di arrivare ad un amore che sia deconcentrato dal proprio io, che sia aperto, tra l'altro l'elemento della castità non concerne solo i religiosi ma c'è anche una castità matrimoniale a cui si educano il marito e la moglie, e non sempre è facile questo equilibrio nell'ambito delle coppie. Come vedete, quindi, il discorso della Chiesa non è un discorso che stigmatizza, che accusa, ma che apre delle porte luminose, sta a noi nel saperlo ben recepire e ben accogliere.


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Per maggiori dettagli sui documenti del Magistero citati da don Perego clicca il seguente link: Cosa dicono i documenti del Magistero sulla tendenza, gli atti e le unioni omosessuali (Word)


http://www.acquaviva2000.com/OMOSESSUALITA/Chiesa%20e%20omosessualita.htm

IL VANGELO SEGRETO DI MARCO? E' SOLO UN FALSO D'AUTORE

Il «Vangelo segreto» di Marco? È solo un falso d'autore


Di Luigi Walt


Che le bugie abbiano le gambe corte è cosa risaputa: ma per quanto tempo possono continuare a correre, senza che nessuno provveda a fermarle? La questione sembra applicarsi anche (e ciò sia detto con un filo d'amarezza) al mondo dell'università e della ricerca.
Uno di questi casi è sicuramente quello delle pubblicazioni di divulgazione storico-religiosa, soprattutto se consacrate al cristianesimo delle origini. Ma quanti «Codici da Vinci», quanti «misteri» del Mar Morto finiscono per polverizzare la ricerca e le fatiche di tanti seri studiosi, su questi stessi argomenti! Nondimeno, ogni regola ha le sue eccezioni: e così può capitare che siano persino gli studiosi suddetti a confezionare clamorose «bufale», ad uso e consumo dei profani e (perché no?) dei colleghi.
Un esempio recente l'ha fornito suo malgrado Morton Smith, il prestigioso storico del Mediterraneo antico scomparso nel 1991, docente alla Columbia University, e maestro fra gli altri di Jacob Neusner (tra le massime autorità mondiali negli studi giudaistici). Smith, nel 1958, si rese protagonista di una scoperta sensazionale: durante una spedizione presso il monastero di Mar Saba, a pochi km da Gerusalemme, ebbe infatti la ventura di rinvenire alcuni frammenti di un'epistola di Clemente d'Alessandria, il Padre della Chiesa vissuto fra 150 e 212 circa, giustamente considerato tra i più fertili intelletti del cristianesimo antico.
Clemente, di cui non si possiedono tuttora «altre» lettere, si rivolgeva in questa a un certo Teodoro, mettendolo in guardia dalle dottrine eretiche dei carpocraziani, gruppo gnostico di tendenze libertine: costoro avrebbero adulterato alcuni passi del «Vangelo segreto di Marco», una versione ampliata del Vangelo che sarebbe poi diventato canonico, e la cui lettura veniva consentita presso la Chiesa di Alessandria solo agli «iniziati ai grandi misteri». I carpocraziani, a questo già di per sé fantomatico Vangelo (che nella pletora degli apocrifi finora conosciuti risultava inedito), avrebbero in particolare aggiunto frasi «compromettenti», secondo le quali Gesù insegnava i «Misteri del Regno di Dio» in cerimonie notturne a sfondo iniziatico e sessuale, «nudo con nudo».
Come si comprende, il testo fece molto scalpore e pose diversi problemi agli studiosi. Accertata che fosse l'autenticità dello scritto, come si sarebbero valutate le citazioni del presunto «Vangelo segreto»? E in che rapporto sarebbe stato col testo canonico? La critica si divise fra posizioni radicali (il «Vangelo segreto» sarebbe una versione anteriore di Marco), moderate (l'apocrifo sarebbe spurio e secondario rispetto ai canonici), o decisamente scettiche (l'intera lettera non sarebbe attribuibile a Clemente: fra i sostenitori di quest'ultima posizione l'ex-allievo Neusner).
Orbene, a smantellare una volte per tutte qualunque ricostruzione immaginosa ci pensa ora un libro, appena uscito negli Usa , a firma del brillante neotestamentarista Stephen Carlson (The Gospel Hoax. Morton Smith's Invention of Secret Mark, Baylor University Press). Con dovizia di prove, e con una precisione tale che il filologo cede il passo al criminologo, Carlson dimostra infatti che la presunta epistola e i brani del «Vangelo segreto» in essa contenuti sono opera di un falsario (probabilmente lo stesso Smith!). Falsi confezionati benissimo (al punto da illuminare la scomparsa «inspiegabile» degli originali: Carlson ha potuto lavorare solo sulle foto), ma che la moderna ricerca - appoggiandosi alle prove fornite da accurate analisi grafologiche (il «tremore» del falsario), lessicali, stilistiche, e persino dall'esame ottico delle muffe sui fogli - può smascherare. Rimane insoluto un solo, autentico mistero: il motivo che spinse Morton Smith, o chi per lui, a fabbricare e diffondere un falso di tali proporzioni.


http://www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_cn_avvenire.c_leggi_articolo?id=597700&id_pubblicazione=2

MORTON SMITH E LA TRUFFA DEL VANGELO SEGRETO DI MARCO

Morton Smith e la truffa del Vangelo Segreto di Marco. Un libro scuote il mondo accademico americano
di Massimo Introvigne
Capita di rado che un libro esploda come una bomba e produca sconquassi nel mondo accademico americano, che è di solito riservato, tranquillo e abituato a muoversi con cautela. Ma è quanto sta succedendo con il volume di Stephen C. Carlson The Gospel Hoax. Morton Smith’s Invention of Secret Mark (“La truffa del Vangelo. Morton Smith e l’invenzione del Vangelo Segreto di Marco), appena pubblicato dalla Baylor University Press di Waco, nel Texas. Stephen C. Carlson è un avvocato specializzato in contraffazioni e documenti falsi, non uno studioso di scienze religiose, ma è l’editore che dà prestigio al volume. La Baylor University, una delle più grandi università degli Stati Uniti, da un originario legame con la Chiesa Battista è passata a un ambizioso piano di rinnovamento che fa sì che oggi la maggioranza dei docenti e degli studenti non siano battisti, ha attirato celebrità internazionali (delle più diverse opinioni religiose e politiche) in diversi settori, e pubblica quell’Interdisciplinary Journal of Research on Religion che molti considerano la più autorevole rivista accademica online nel settore degli studi sulle religioni.

C’è un gruppo di studiosi che ha contestato il Codice da Vinci da una prospettiva opposta a quella di molti cattolici e protestanti. Sono i seguaci di Morton Smith (1911-1991), il famoso e controverso storico della Chiesa, docente alla Columbia University di New York, secondo cui Gesù Cristo era il capo di una conventicola esoterica in cui si entrava con un rituale di iniziazione segreto che comprendeva elementi chiaramente omosessuali. Evidentemente il Gesù eterosessuale, sposato alla Maddalena e con figli di Dan Brown, non poteva piacere agli smithiani. Morton Smith si era conquistato fama e onori accademici annunciando nel 1958 di avere scoperto nella biblioteca del monastero di Mar Saba, in Palestina, inserita in un libro del 1646, la copia scritta a mano da un monaco circa un secolo dopo di un frammento di una lettera asseritamente scritta da San Clemente di Alessandria (?-215) a un certo Teodoro. Nella lettera – oltre a parlare male degli gnostici carpocraziani – si fa stato dell’esistenza di una versione segreta del Vangelo di Marco, e se ne cita in particolare un brano parallelo al noto episodio della resurrezione di Lazzaro. “Il giovane che Gesù amava”, un personaggio che assomiglia a Lazzaro, in questo Vangelo Segreto di Marco non è morto (tanto che “un grande grido si ode dalla sua tomba”) ma solo malato. Gesù lo riaccompagna a casa, e “dopo sei giorni”, come il Maestro gli aveva chiesto, Lazzaro gli si presenta “con un panno di lino sul corpo nudo”. Gesù “rimase con lui quella notte” e “gli insegnò i misteri del Regno di Dio”. Secondo Morton Smith si ha qui la prova di cerimonie iniziatiche in cui i discepoli sperimentano una “esperienza allucinatoria” e ottengono una “libertà dalla Legge (ebraica)” che li porta a una strettissima unione spirituale con Gesù, “completata da un’unione fisica”. Detto in termini meno accademici, Gesù è il capo di una setta esoterica come tante apparse in seguito nella storia e che esistono ancora oggi, che pratica rituali di magia sessuale, nella specie omosessuali.

Per alcuni anni un buon numero di studiosi ha creduto all’esistenza del Vangelo Segreto di Marco sulla base della testimonianza di Morton Smith, delle fotografie da lui scattate della lettera del monaco settecentesco, e delle autentiche di una serie di specialisti greci cui Smith mostrò a suo tempo le fotografie e che certificarono che si trattava in effetti di un testo scritto nel Settecento e su carta dell’epoca. Naturalmente, che il monaco del Settecento avesse copiato fedelmente un testo perduto di san Clemente non si poteva provare direttamente, ma Morton Smith e i suoi seguaci assicuravano che lo stile era così tipicamente di Clemente da rendere la tesi dell’autenticità praticamente certa. E Clemente era abbastanza vicino ai tempi apostolici per dovere sapere di che cosa stava parlando: se affermava che esisteva un Vangelo Segreto di Marco, questo doveva esistere. Dal momento che molte ipotesi di Morton Smith su insegnamenti esoterici di Gesù Cristo, diversi da quelli essoterici a tutti noti, erano piuttosto spericolate, molti storici e teologi si rifiutavano di seguirlo fino in fondo. Ma fino a qualche anno fa i più si limitavano a sostenere che il Vangelo Segreto di Marco citato da Clemente era in realtà un testo gnostico posteriore al Vangelo di Marco che tutti conosciamo, imitato da questo e da collocare nella categoria dei Vangeli apocrifi, dove storie più o meno bizzarre su Gesù sono – come sa chi ha appunto seguito le controversie sul Codice da Vinci – più o meno comuni.

C’era anche, per la verità, chi sosteneva che la lettera di Clemente era falsa e che il fatto che il manoscritto fotografato da Morton Smith fosse andato perduto nel monastero di Mar Saba e non si trovasse più per sottoporlo a ulteriori esami era un po’ troppo comodo. Ma queste voci erano messe a tacere: si rischiava di passare da bigotti, che volevano soffocare la voce scomoda di un professore progressista gettando dubbi indegni sulla integrità di un illustre docente. Il libro di Carlson presenta ora il caso sotto una luce completamente diversa. Afferma che le fotografie sono più che sufficienti. Applicando tecniche di investigazione forense non note negli anni 1950 Carlson dimostra persuasivamente – tanto da avere convinto tutti i recensori specializzati in criminologia – che è possibile provare non solo che il testo è stato prodotto nel XX secolo, non nel XVIII, ma anche che l’autore dello scritto è lo stesso Morton Smith. Le prove calligrafiche, estremamente tecniche, sono di per sé sufficienti. Ma – come molti falsari – Smith non ha resistito alla tentazione di lasciare una firma e ha inserito un’allusione a un metodo di produzione del sale assolutamente ignoto nel XVIII secolo – per non parlare dell’epoca di san Clemente – noto come “metodo Morton”, e altri riferimenti alla parola “Smith”. Inoltre la famosa prova costituita dall’“inconfondibile” stile di Clemente tradisce ancora il falsario, perché esagera. Ci sono stilemi e modi di esprimersi unici utilizzati da Clemente, ma nelle sue opere ricorrono una volta ogni due o tre frasi. Qui in un solo breve testo ce ne sono decine.

Dopo lo scandalo letterario del Codice da Vinci, interamente costruito su documenti noti da vent’anni come falsi (come credo di avere dimostrato nel mio Gli Illuminati e il Priorato di Sion, Piemme, Casale Monferrato 2005), siamo di fronte a uno scandalo accademico che interesserà meno il grande pubblico, ma le cui potenzialità sono assai più esplosive. Come hanno scritto recensori del libro di Carlson che insegnano storia del cristianesimo antico, come Bart D. Ehrman, si crede al Vangelo Segreto di Marco perché ci si vuole credere: non solo perché è “politicamente corretto” ritrovare l’omosessualità fra i primi cristiani, ma perché – quand’anche non fosse valido come prova di iniziazioni omosessuali – dovrebbe provare un punto centrale (ma falso) dell’esegesi biblica più ostinatamente “progressista”: l’instabilità della tradizione apostolica e la coesistenza di tradizioni molto differenti ancora nel secondo secolo se non addirittura nel terzo. Da questo punto di vista, un rispettato professore della Columbia University – un tempio del progressismo politico e religioso – come Morton Smith appare, a posteriori, come la semplice versione accademica di un Dan Brown qualunque.


http://www.cesnur.org/2005/mi_12_smith.htm